Un’analisi approfondita di come il virus HPV
viene trattato in ginecologia e proctologia
L’HPV (Human Papilloma Virus) è la più diffusa fra le malattie a trasmissione sessuale al mondo. Costituisce una famiglia di oltre cento varietà diverse di virus che, a seconda del tipo di ceppo contratto, provoca lesioni benigne, oppure precancerose, che interessano le mucose di ano, retto, bocca e gola. L’HPV è un microorganismo virale opportunista che si replica sfruttando le cellule della cute e delle mucose, promuovendone una crescita eccessiva e provocando la formazione di escrescenze quali condilomi e papillomi. La maggior parte delle infezioni da HPV regredisce spontaneamente, mentre una piccola percentuale, se non trattata, può evolvere lentamente verso una forma cancerosa.
Trasmissione e sintomatologia del Papilloma Virus
Il virus dell’HPV si trasmette essenzialmente attraverso i rapporti sessuali, anche orali, tramite il contatto con cute o mucose infette. È inoltre ammesso che la trasmissione possa avvenire anche attraverso contatto fisico se presenti lacerazioni, tagli o abrasioni. Nel caso del Papilloma Virus il preservativo riduce di molto il rischio di trasmissione ma non lo elimina completamente in quanto il preservativo non è in grado di coprire tutte le aree a rischio. Le persone che hanno un sistema immunitario particolarmente vulnerabile sono più esposte al rischio di contagio. I sintomi dell’HPV variano in base al tipo di infezione: generalmente, i segni più comuni sono le verruche che possono essere cutanee, plantari o genitali (definite condilomi). Queste ultime possono essere localizzate sui genitali esterni, sul pene, all’interno della vagina, intorno o dentro l’ano e sul perineo. La maggior parte delle lesioni causate da HPV sono asintomatiche, ma in alcuni casi, possono provocare fastidio, bruciore e prurito.
HPV-Test, colposcopia e vaccino
L’unico modo per diagnosticare il contagio è l’HPV-test: questo esame di screening è rivolto alle sole donne e rivela se si è entrate in contatto con il virus. Si tratta di un test che si effettua anche in assenza di segni di malattia ed è consigliato a partire dal trentesimo anno di età, ogni 5 anni (mentre per le donne tra i 25 e i 29 anni rimane il Pap-test da effettuarsi ogni 3 anni). L’esame consiste nel prelievo indolore di una piccola quantità di cellule dalla cervice uterina che viene successivamente analizzata per verificare la presenza del virus.
La positività all’HPV-test non significa che si svilupperà un tumore, perché la maggior parte delle infezioni regredisce spontaneamente, sicuramente però la paziente positiva verrà sottoposta a ulteriori accertamenti. Un esame di indagine è la colposcopia che consente, mediante uno strumento particolare e l’utilizzo di specifiche colorazioni, una visione ingrandita del collo dell’utero e delle eventuali lesioni rilevate con il test di screening. Nel caso in cui l’esame colposcopico evidenzi la presenza di aree anomale, si procederà con piccoli prelievi di tessuto (biopsie).
Per il genere maschile invece non esiste un esame per individuare il contagio da HPV. Oltre a controlli periodici da specialisti, l’arma di protezione e prevenzione è sicuramente il vaccino. Per entrambi i sessi il momento migliore per sottoporsi al vaccino è in giovane età, prima dell’inizio dell’attività sessuale. I Italia la vaccinazione anti-HPV è raccomandata e offerta gratuitamente a ragazze e ragazzi a partire dagli 11 anni di età, e viene somministrata in due dosi a distanza di 6 mesi.
HPV anale e proctologia
Anche il settore proctologico si occupa di Malattie Sessualmente Trasmissibili. L’HPV anale, o papilloma anale, è un virus che colpisce la zona dell’ano e può causare condilomi e nei casi più gravi tumori. Infatti, nonostante l’HPV sia associato maggiormente al tumore della cervice uterina, puó portare anche a neoplasie anali. Il picco della risposta immunitaria all’infezione del virus del Papilloma Umano è rappresentata dai condilomi (macchie che compaiono principalmente sui genitali, all’interno e intorno all’ano) inizialmente rosati, che con il tempo si trasformano in escrescenze dal tipico aspetto a ”cresta di gallo”. I condilomi tendono poi a diffondersi rapidamente e a provocare, con il tempo, bruciore e prurito. Al comparire dei primi sintomi è fondamentale sottoporsi ad una visita specialistica proctologica, al fine di effettuare un’accurata diagnosi ed identificare il trattamento più adeguato.
Anoscopia ad Alta Risoluzione per individuare le lesioni da HPV
La presenza dell’HPV anale può essere diagnosticata tramite Anoscopia ad Alta Risoluzione (HRA), con prelievo di materiale bioptico dal canale anale. Questo esame viene eseguito dal proctologo attraverso l’utilizzo di una telecamera ad alta risoluzione che permette una osservazione magnificata della regione ano-rettale e l’identificazione di lesioni neoplastiche intraepiteliali generalmente non individuabili ad occhio nudo con l’anoscopia tradizionale. Ovviamente non tutti i pazienti che eseguono una visita proctologica necessitano di essere sottoposti ad HRA. L’anoscopia ad alta risoluzione è indicata per:
- Pazienti con lesioni potenzialmente pericolose;
- Pazienti che hanno lesioni sospette per neoplasia;
- Pazienti che fanno parte della popolazione a rischio (ad esempio sieropositivi all’HIV).
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