Un’analisi approfondita riguardo le cause,
i sintomi, la diagnosi e i trattamenti di queste acute infezioni anali
Le ragadi sono piccole ma profonde lesioni della pelle e delle mucose che possono interessare varie regioni corporee, in particolare intorno alle unghie, agli angoli della bocca, dietro l’orecchio, intorno al capezzolo e nella regione anale. Quest’ultima prende il nome di “ragade anale”: si tratta di una piccola ulcerazione più o meno profonda, lunga pochi millimetri, che viene a formarsi al confine tra cute e canale anale e che tende a cronicizzare. Si tratta di una patologia comune nella popolazione che colpisce entrambi i sessi (con una leggera prevalenza maschile), senza distinzione d’età. Le ragadi anali possono insorgere a causa di molteplici fattori, in particolare però vi sono alcune condizioni maggiormente predisponenti:
- stitichezza;
- diarrea cronica;
- scarsa igiene personale;
- traumi;
- abitudini sessuali.
Differenze tra ragade anale acuta e ragade anale cronica
Da un punto di vista clinico la ragade anale può essere distinta in due tipologie: acuta e cronica. La ragade anale acuta si presenta come una lacerazione superficiale, arrossata e facilmente sanguinante spesso localizzata nella parte posteriore del canale anale. Solitamente se curata subito, la ragade acuta si risolve in 4 – 6 settimane. Diversamente si parla di ragade anale cronica quando la fissurazione è presente da più di 6 settimane e presenta margini duri e inspessiti, il fondo è biancastro e profondo tanto da raggiungere le fibre muscolari dello sfintere anale interno. Spesso questo tipo di ragadi causano all’interno del canale anale la comparsa di una papilla ipertrofica, mentre all’esterno la formazione si tumefazioni arrossate, gonfie e dolorose denominate “marische”.
I sintomi delle ragadi anali
La sintomatologia delle ragadi anali è caratteristica, tanto da rendere il disturbo facilmente identificabile. Nonostante le ragadi solitamente si presentino come taglietti dalle dimensioni contenute, il dolore che comportano è considerevole a causa della presenza di abbondanti terminazioni nervose in questa sede. Si parla di “sindrome dolorosa in tre tempi della ragade anale”, contraddistinta da:
- Dolore acuto e pungente durante e in seguito alla defecazione;
- Attenuazione per qualche minuto;
- Ricomparsa di dolore con diversi gradi d’intensità.
La ragade anale è solitamente accompagnata inoltre da:
- prurito o irritazione intorno all’ano, a causa dell’irritazione della pelle nella zona delle ragadi;
- sanguinamento, sangue rosso vivo visibile sulla carta igienica o nelle feci in seguito al movimento dello sfintere anale esterno (anello muscolare che si trova alla fine dell’ano) che si contrae involontariamente;
- bruciore.
Diagnosi delle ragadi anali
Quando si sospetta una ragade anale è fondamentale consultare un proctologo, il medico chirurgo che si occupa della prevenzione, diagnosi e cura di tutti i disordini e disturbi legati all’apparato colorettale. Il professionista eseguirà inizialmente un’attenta anamnesi attraverso l’analisi della storia clinica e l’ascolto dei sintomi riportati dal paziente. Successivamente effettuerà una valutazione proctologica al fine di escludere la presenza di altre ben più importanti patologie. La diagnosi è piuttosto semplice e non necessita di strumenti particolarmente sofisticati: nella maggior parte dei casi infatti la ragade è già visibile ad una prima divaricazione dell’ano. Occorre poi eseguire una delicata esplorazione rettale digitale che, vista la possibilità di provocare dolore, viene eseguita con particolare cautela. Successivamente il proctologo completerà l’osservazione con l’ausilio di un anoscopio. Effettuare una diagnosi precoce è fondamentale per evitare la cronicizzazione della ragade anale, che avviene in tempi piuttosto rapidi. In presenza di ragadi croniche si innesca infatti un circolo vizioso difficilmente risolvibile con la sola somministrazione di farmaci.
Trattamenti disponibili per le ragadi anali
La terapia delle ragadi anali ha come obiettivo principale l’eliminazione della contrattura dello sfintere anale attraverso l’applicazione di semplici provvedimenti, quali:
- una dieta ricca di frutta, verdura, cereali integrali e legumi al fine di rendere le feci morbide;
- mantenere un’accurata igiene intima;
- fare lavaggi tiepidi con l’obiettivo di rilassare lo sfintere e promuovere la guarigione;
- l’applicazione di creme ricche di elementi naturali con proprietà cicatrizzanti o pomate topiche contenenti anestetici locali e vasocostrittori al fine di ridurre il dolore e l’infiammazione.
Nel caso in cui questi trattamenti conservativi non portino benefici e lo sfintere anale rimanga ancora contratto, il medico potrà prescrivere l’utilizzo di appositi dilatatori anali crio-termici o dilatatori a palloncino, specificamente studiati e realizzati per ottenere un recupero progressivo dell’elasticità dello sfintere anale, consentire la cicatrizzazione delle lesioni e la scomparsa o il miglioramento dei sintomi. Solo nel caso in cui la ragade anale cronica non risponda efficacemente a nessuna di queste terapie, il proctologo valuterà l’intervento chirurgico di sfinterotomia anale interna. L’intervento viene generalmente effettuato in day hospital ed è in grado di fornire un sollievo rapido ai sintomi delle ragadi, riducendo la pressione del canale anale.
I contenuti di questa pagina sono esclusivamente ad uso informativo e in nessun caso devono sostituire il parere, la diagnosi o il trattamento prescritti dal proprio medico curante. La risposta allo stesso trattamento può variare da un paziente all’altro. Consultatevi sempre con il Vostro medico su qualunque informazione relativa a diagnosi e trattamenti ed attenetevi scrupolosamente alle sue indicazioni.