Il prolasso rettale rappresenta un ostacolo significativo alla salute e al benessere, creando un impatto notevole sulla vita quotidiana di coloro che lo vivono. Esploriamo insieme questa condizione medica, che non solo comporta gravi conseguenze fisiche ma anche emotive, richiedendo un approfondimento sulle sue origini, i segni che manifesta, i metodi di diagnosi e le opzioni terapeutiche disponibili.
Cos’è il prolasso rettale?
Il prolasso rettale rappresenta una condizione dolorosa e debilitante caratterizzata dallo scivolamento verso l’esterno della parete dell’intestino retto (ovvero la parte terminale dell’intestino crasso), protrudendo o sporgendo attraverso l’apertura anale. Questa patologia può gravemente compromettere la qualità di vita dei pazienti che ne soffrono, sia dal punto di vista fisico che psicologico, influenzando negativamente le relazioni sociali e la produttività lavorativa. Va notato che il prolasso rettale può interessare sia il sesso maschile che quello femminile, ma ha un’incidenza sei volte superiore in queste ultime. Ciò non esclude tuttavia che gli uomini possano essere colpiti dalla stessa condizione e sperimentare sintomi e altrettante complicazioni.
Fattori predisponenti
Il prolasso rettale può essere attribuito a una serie di fattori che contribuiscono al deterioramento della struttura e della funzione dei tessuti coinvolti nell’integrità del retto e dell’ano. Le cause principali includono:
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1. Debolezza dei muscoli che svolgono un ruolo fondamentale nel supporto degli organi pelvici, tra cui il retto.
- Interno: il retto si ripiega all’interno di una o più parti e protende attraverso l’apertura anale ma non fuoriesce all’esterno del corpo.
- Esterno: il retto si protende attraverso l’apertura anale ed emerge completamente all’esterno del corpo ( = o > 10 cm).
- Parziale: il prolasso coinvolge solo una parte del retto anziché l’intera parete intestinale.
- Completo: il retto si proietta completamente all’esterno del corpo attraverso l’apertura anale.
- Mucoso: questa forma coinvolge principalmente la mucosa che riveste il retto, anziché l’intera parete intestinale.
- Completo con sovrapposizione di mucosa: sia la mucosa che la parete muscolare del retto sono coinvolte nel prolasso.
- Emorroidi.
- Prurito anale.
- Dolore addominale e sacrale.
- Stipsi.
- Sensazione di un grumo o di rigonfiamento all’esterno dell’ano.
- Sensazione di svuotamento incompleto dell’intestino.
- Tenesmo (ovvero la sensazione di dover evacuare anche in assenza di materiale fecale da espellere).
- Perdite di gas e feci involontarie.
- Sanguinamento, perdita di muco e ano umido.
- Comparsa di tessuto che protrude dal retto (questo sintomo si presenta inizialmente solo a seguito degli sforzi evacuatori per poi diventare sempre più frequente, insorgendo in seguito a stimoli come starnuti o colpi di tosse, fino a essere presente in modo costante nello stadio avanzato del disturbo).
2. Gravidanza e parto, i quali possono causare un indebolimento eccessivo delle strutture legamentose e muscolari del pavimento pelvico e contribuire spesso anche ad una situazione multi compartimentale con prolassi rettali associati a quelli uterini e della vescica (cistocele).
3. Stitichezza cronica, dove lo sforzo eccessivo e costante durante la defecazione può mettere in tensione eccessiva i muscoli e i tessuti del retto, aumentando il rischio di prolasso.
4. Diarrea cronica che, analogamente alla stitichezza, può esercitare pressione sui muscoli del pavimento pelvico e sul retto.
5. Invecchiamento e conseguente perdita di elasticità e forza dei tessuti, inclusi quelli del retto e dell’ano.
6. Fattori genetici a causa di anomalie strutturali o ereditarietà.
7. Obesità, in quanto l’eccesso di peso può aumentare la pressione sui muscoli e sui tessuti pelvici.
8. Interventi chirurgici precedenti nella zona pelvica possono indebolire i tessuti e i muscoli, predisponendo al prolasso.
La classificazione del prolasso rettale
La classificazione del prolasso rettale riveste un’importanza fondamentale nel contesto della valutazione e del trattamento della condizione. Attraverso la categorizzazione dei diversi gradi di prolasso, i professionisti medici possono non solo determinare la gravità della situazione, ma anche adottare un approccio terapeutico mirato e personalizzato. Il prolasso rettale può manifestarsi in varie forme e severità, ciascuna delle quali presenta caratteristiche specifiche che influenzano il quadro clinico e le opzioni terapeutiche. Le principali classificazioni mediche includono:
I sintomi del prolasso rettale
I sintomi del prolasso rettale possono variare da lievi a gravi ed includono:
Nelle donne in associazione a questi sintomi possono comparire anche manifestazioni tipiche di un pavimento pelvico alterato quali incontinenza urinaria, prolasso vescicale, prolasso uterino, rettocele, dolore pelvico e dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia).
Diagnosi e opzioni terapeutiche
La diagnosi del prolasso anorettale è effettuata da un medico proctologo attraverso una consulenza specialistica, che consentirà di delineare un percorso di cura personalizzato ed efficace. La visita proctologica per il prolasso rettale comprende un esame fisico e test aggiuntivi quali colonscopia, sigmoidoscopia, proctoscopia, defecografia e manometria anorettale. Una volta confermata la diagnosi, il trattamento dipende dalla gravità del prolasso.
Nei casi lievi, possono essere consigliate modifiche dello stile di vita, come l’adozione di una dieta equilibrata e ricca di fibre per migliorare la consistenza delle feci e ridurre lo sforzo durante l’evacuazione, il consumo adeguato di acqua per mantenere le feci morbide e agevolarne il transito attraverso il retto, e l’uso di lassativi per prevenire la stipsi e ridurre lo sforzo durante l’evacuazione.
Tuttavia può essere necessario ricorrere a un intervento chirurgico per correggere il prolasso. Il trattamento chirurgico del prolasso anorettale può comprendere diverse procedure, come la riparazione del rettocele, l’asportazione del tessuto prolassato o la ricostruzione del supporto anale. Dopo l’intervento, potrebbe essere necessario seguire un programma di riabilitazione, che potrebbe includere fisioterapia e modifiche dello stile di vita, al fine di garantire una completa guarigione e prevenire recidive.
I contenuti di questa pagina sono esclusivamente ad uso informativo e in nessun caso devono sostituire il parere, la diagnosi o il trattamento prescritti dal proprio medico curante. La risposta allo stesso trattamento può variare da un paziente all’altro. Consultatevi sempre con il Vostro medico su qualunque informazione relativa a diagnosi e trattamenti ed attenetevi scrupolosamente alle sue indicazioni.