Per continuare sulla scia degli eventi che hanno segnato il mese di novembre, vogliamo approfondire una delle tematiche più importanti quando si parla in proctologia di Malattie Sessualmente Trasmissibili, ed in particolare di HPV: l’Anoscopia ad Alta Risoluzione. La procedura di HRA (High Resolution Anoscopy) rappresenta una pietra miliare nella medicina moderna per la diagnosi e la gestione delle lesioni anali. Si tratta dell’unica tecnica diagnostica riconosciuta in tutto il mondo per la diagnosi precoce di forme di carcinoma anale squamocellulare e di forme ancore benigne che nel tempo si possono trasformare in carcinoma.
HPV e carcinoma anale
La neoplasia del canale anale si origina dall’orifizio, ovvero la parte terminale dell’intestino. Si tratta di un tumore relativamente raro, che però ha visto un incremento significativo negli ultimi anni. In Italia si registrano poco più di 1.000 casi l’anno, 450 negli uomini e 650 nelle donne (dati disponibili in “I numeri del cancro in Italia 2016”). Uno dei principali fattori di rischio per il cancro dell’ano è l’infezione da Papilloma Virus Umano (HPV) responsabile anche di altri tumori, in particolare quello della cervice uterina. Come per il Pap-test effettuato in ginecologia, anche in proctologia ci si serve di un Pap-test anale attraverso il quale viene ricercata la presenza del virus HPV a livello del canale anale e identificarne i vari ceppi virali. Vista però la poca sensibilità di questo strumento (compresa tra il 69% e il 93%) la metodica più comunemente accettata è l’Anoscopia ad Alta Risoluzione.
Tecnologia e procedura dietro l’HRA
L’Anoscopia ad Alta Risoluzione sfrutta l’uso di strumenti di ultima generazione per ottenere immagini ad altissima risoluzione della zona anale. Si distingue per la sua capacità di fornire un dettaglio visivo estremamente fine della mucosa anale, rivelando anche le più sottili alterazioni e lesioni che altrimenti potrebbero sfuggire all’osservazione diretta o ad altre tecniche diagnostiche quali ad esempio la tradizionale anoscopia. Questo elevato livello di precisione rende l’HRA un alleato fondamentale per i proctologi impegnati nella diagnosi e nella gestione delle patologie anali. La procedura ha una durata di pochi minuti, è indolore e viene effettuata in ambulatorio senza l’utilizzo di anestesia. Il proctologo attraverso l’impiego di sostanze quali l’acido acetico e il liquido di Lugol (preparazione con lo iodio solubilizzato in acqua), può individuare le lesioni anali in una fase pre-cancerosa ed effettuare il prelievo bioptico di tessuto al fine di identificare con precisione la natura e lo stadio delle lesioni.
A chi è rivolta l’Anoscopia ad Alta Risoluzione?
L’Anoscopia ad Alta Risoluzione è indicata per:
1. Pazienti con lesioni potenzialmente pericolose, come i condilomi.
2. Pazienti con lesioni sospette per neoplasia.
3. Pazienti che rientrano nella categoria a rischio per il Papillomavirus umano, tra cui:
- Persone con infezione da HIV, che presentano una probabilità da due a sei volte superiore di contrarre una co-infezione con HPV, aumentando così il rischio di sviluppare forme cancerose del canale anale.
- Uomini omosessuali.
- Persone immunodepresse, ad esempio, coloro che hanno subito un trapianto d’organo.
- Donne con pregresso carcinoma della cervice. In base all’età e al livello di rischio, si consiglia l’Anoscopia ad Alta Risoluzione a tutte le donne HPV positive, con un adeguato follow-up successivo.
La precocità della diagnosi e i benefici per i pazienti
Uno dei vantaggi distintivi dell’HRA è la sua capacità di individuare precocemente lesioni in fase iniziale di sviluppo. Questo è cruciale nel contesto delle patologie anali, dove una diagnosi precoce può fare la differenza nel trattamento e nel miglioramento delle prospettive di salute del paziente. L’introduzione dell’HRA ha migliorato significativamente l’esperienza dei pazienti, riducendo la necessità di procedure invasive e consentendo una diagnosi più rapida ed efficace.
I contenuti di questa pagina sono esclusivamente ad uso informativo e in nessun caso devono sostituire il parere, la diagnosi o il trattamento prescritti dal proprio medico curante. La risposta allo stesso trattamento può variare da un paziente all’altro. Consultatevi sempre con il Vostro medico su qualunque informazione relativa a diagnosi e trattamenti ed attenetevi scrupolosamente alle sue indicazioni.