Un’analisi approfondita riguardo le cause,
i sintomi, la diagnosi e i trattamenti di queste acute infezioni anali
Ascesso e fistola anale: due stati della stessa patologia
L’ascesso e fistola perianale rappresentano due diversi stadi della stessa patologia e sono il risultato di un processo infiammatorio causato (nella maggior parte dei casi) da un’infezione aspecifica, che origina da microscopiche ghiandole situate all’interno del canale anale. Le ghiandole di Hermann e Desfosses sono strutture anatomiche che hanno la funzione di secernere muco per agevolare il passaggio delle feci. Quando batteri o materiale estraneo penetrano all’interno della ghiandola, il dotto della stessa si ostruisce e dà origine a un’infezione che si diffonde nei tessuti circostanti. Una volta che il processo infiammatorio raggiunge la cute perianale, si arresta definitivamente a causa della resistenza opposta dalla stessa. Sotto la pelle tutto il materiale prodotto dal processo infiammatorio si accumula, evolvendo successivamente in pus e dando vita ad un ascesso perianale. La caratteristica tumescenza non si manifesta immediatamente, ma solo verso la fine del processo patologico.
La fistola anale quale evoluzione cronica dell’ascesso
La fistola perianale invece rappresenta l’evoluzione cronica dell’ascesso, si tratta di una condizione medica che coinvolge la formazione di un’apertura anormale tra l’intestino o l’ano e la pelle circostante nell’area anale. La fistola anale nasce dal fatto che il materiale purulento cerchi costantemente una via di uscita e quindi si fa strada generando lesioni tubuliformi verso l’esterno. I sintomi comuni delle fistole anali includono:
- irritazione intorno all’ano con prurito, bruciore e dolore;
- secrezioni intermittenti o costanti di pus da un piccolo forellino situato vicino all’ano;
- febbre e malessere generale;
- dolore pelvico.
I sintomi tendono ad accentuarsi durante la defecazione, inoltre possono associarsi alla comparsa di perdite ematiche e materiale purulento commisto a feci. Il progredire del processo di canalizzazione e formazione della fistola con la sua conseguente cronicizzazione, può favorire gravi danni agli sfinteri.
La classificazione delle fistole anali
Esistono varie tipologie di fistole anali e la loro classificazione più comune è quella di Parks che le divide in cinque gruppi:
- superficiali;
- intersfinteriche;
- transfinteriche;
- sovrasfinteriche;
- extrasfinteriche.
A seconda del tipo di percorso che compiono, una fistola può essere inoltre definita:
- semplice o ramificata;
- completa o incompleta;
- interna o esterna;
- a ferro di cavallo.
Se invece si considera la loro origine, sono definite:
- da trauma (compresi quelli chirurgici);
- congenite;
- da malattie infiammatorie intestinali;
- indotte da travaglio.
I fattori di rischio
I fattori che possono portare allo sviluppo di una fistola anale sono numerosi, tra questi possiamo ricordare:
- traumi locali;
- ripetute alterazioni nella consistenza delle feci;
- ulcere anali;
- HIV e malattie che compromettono il sistema immunitario;
- cancro al retto;
- tubercolosi;
- malattie sessualmente trasmissibili;
- complicanze post-intervento chirurgico.
Il brutto rapporto tra fistole anali e MICI
Le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI), come la Malattia di Crohn e la Colite Ulcerosa, sono condizioni caratterizzate da infiammazione cronica dell’intestino. Esistono evidenze che suggeriscono una correlazione tra le fistole anali e le MICI, in particolare con la malattia di Crohn. Le fistole sono infatti un’occorrenza frequente: circa il 40% delle persone colpite sviluppa almeno una fistola durante il decorso della propria malattia e circa il 20% una fistola perianale. Queste fistole possono svilupparsi a causa dell’infiammazione cronica e dell’ulcerazione nel tessuto intestinale. Le fistole anali nei pazienti con malattia di Crohn possono essere complesse da gestire e possono richiedere un trattamento combinato, tra cui farmaci (antibiotici, immunomodulatori e farmaci anti-TNF), procedure chirurgiche e terapie per la gestione delle MICI. È importante che i pazienti affetti da MICI, che presentano sintomi di fistole anali o altre complicanze, consultino il loro medico specialista per una valutazione accurata e un piano di trattamento personalizzato. Il controllo adeguato dell’infiammazione intestinale e la gestione delle fistole anali possono aiutare a migliorare la qualità della vita e ridurre le complicanze a lungo termine associate alle MICI.
Diagnosi e trattamento chirurgico delle fistole anali
Una valutazione da parte di un medico proctologo, accompagnata da un’attenta anamnesi, è sufficiente per diagnosticare le fistole più semplici. Solitamente, lo specialista procede comunque con una ecografia endoanale effettuata in modo da valutare il percorso della fistola ed identificarne gli eventuali orifizi. Lo studio delle fistole più complesse richiede invece esami più approfonditi e dettagliati come, ad esempio, la risonanza magnetica.
Difficilmente le fistole regrediscono in modo spontaneo, infatti il trattamento per la cura di questa patologia è esclusivamente di tipo chirurgico e abitualmente prevede una programmazione di più interventi. Le tecniche chirurgiche sono numerose e la scelta viene fatta in base al tipo di fistola e alle condizioni generali del paziente. Dopo l’intervento chirurgico, possono essere necessarie alcune settimane per la completa guarigione. Durante questo periodo, è fondamentale seguire le istruzioni del medico per la cura dell’area operata e per prevenire le complicanze. In alcuni casi, potrebbe essere necessario un trattamento antibiotico per trattare l’infezione. È importante sottolineare che le fistole anali possono ripresentarsi in alcuni pazienti anche dopo il trattamento chirurgico, pertanto, è essenziale monitorare attentamente i sintomi e sottoporsi a controlli regolari dal medico.
La fistola anale è una condizione pericolosa e degenerativa che richiede una valutazione e un trattamento adeguati. Se si sospetta di avere una fistola anale o se si soffre di sintomi correlati, si consiglia di consultare un proctologo per una corretta diagnosi e pianificazione del trattamento più appropriato.
I contenuti di questa pagina sono esclusivamente ad uso informativo e in nessun caso devono sostituire il parere, la diagnosi o il trattamento prescritti dal proprio medico curante. La risposta allo stesso trattamento può variare da un paziente all’altro. Consultatevi sempre con il Vostro medico su qualunque informazione relativa a diagnosi e trattamenti ed attenetevi scrupolosamente alle sue indicazioni.