Cosa sono le Malattie Infiammatorie
Croniche Intestinali?
Le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali, conosciute con l’acronimo MICI o IBD (dall’inglese Inflammatory Bowel Disease), sono patologie caratterizzate dal fatto di essere secondarie a disordini del sistema immunitario, che sviluppa una reazione infiammatoria diretta contro l’intestino. Le MICI hanno un andamento cronico/ricorrente e si presentano con periodi di riacutizzazione alternati a fasi di remissione. Vengono definite ”croniche” in quanto non guariscono definitivamente, nemmeno dopo trattamento medico o intervento chirurgico. Le MICI comprendono due patologie principali: la Malattia di Crohn e la Colite Ulcerosa (o Rettocolite Ulcerosa), unitamente ad altre forme che prendono il nome di ”Coliti Indeterminate” in quanto non possono essere classificate con sicurezza. Le MICI si stima colpiscano circa 250.000 persone in Italia e tendono a manifestarsi prevalentemente in età giovanile (15/30 anni) ed in terza età (65 anni) ma non sono rari casi anche nei bambini e negli adolescenti.
La Malattia di Crohn: caratteristiche della patologia
La Malattia di Crohn (MC) colpisce principalmente l’ultima parte dell’intestino tenue e il colon, ma può arrivare ad interessare tutto il tratto gastrointestinale (dalla bocca all’ano). La malattia si presenta come reazione immunologica cronica o recidivante da parte dell’intestino nei confronti di determinati antigeni. È caratterizzata principalmente dalla presenza di ulcere intestinali con una distribuzione segmentaria che possono portare a complicanze come stenosi (ristringimenti e occlusioni intestinali), ascessi (raccolte di pus infette) e/o fistole (perforazioni che possono mettere in comunicazione tratti di intestino con altri organi o con l’esterno). Se non trattate adeguatamente con il tempo degenerano causando lo sviluppo di gravi complicanze solitamente da trattare chirurgicamente.
Sintomatologia e cause della Malattia di Crohn
La Malattia di Crohn si manifesta con sintomi molto diversi fra loro che variano a seconda del tratto gastrointestinale interessato. I sintomi più frequenti sono dolore addominale, diarrea cronica, febbricola persistente e perdita di peso. Inoltre possono presentarsi emorroidi e ragadi quali disturbi associati ai difetti di evacuazione, ulcere della bocca (afte), eritemi, dolori articolari, episclerite e altri.
Ma quali sono le cause che provocano la nascita di questa patologia? Le cause della Malattia di Crohn (cosi come per tutte le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali) sono in realtà ancora sconosciute. Le conoscenze attualmente disponibili portano ad ipotizzare che l’infiammazione cronica si sviluppi come reazione abnorme di tipo immunologico a livello intestinale nei confronti di antigeni a cui il soggetto viene esposto. Sicuramente sappiamo che esistono molteplici fattori coinvolti nel suo sviluppo:
- fattori genetici (predisposizione familiare a sviluppare la malattia);
- fattori ambientali (come dieta e fumo di sigaretta);
- fattori immunologici (malfunzionamento del sistema immunitario che reagisce impropriamente verso i microrganismi della flora batterica intestinale).
Diagnosi e terapie: il ruolo della proctologia
Quella della Malattia di Crohn non è quasi mai una diagnosi semplice e rapida. Spesso è necessario ricorrere a svariati esami strumentali e di laboratorio, che devono essere poi interpretati alla luce del quadro clinico: non esistono infatti (come per tante altre malattie) sintomi o esami che consentano presi singolarmente di avere una diagnosi. Sicuramente tra gli esami richiesti dagli specialisti annoveriamo:
- Esami del sangue (in particolare VES e proteina C-reattiva per valutare lo stato di infiammazione dell’organismo);
- Esame delle feci (per escludere cause infettive di dolori addominali e diarrea);
- Ecografia delle anse intestinali (permette di valutare l’infiammazione delle pareti intestinali);
- Indagini radiologiche quali TAC e RMN Addominale;
- Gastroscopia (consente di visionare l’esofago, lo stomaco e la prima parte dell’intestino tenue o duodeno);
- Colonscopia.
In particolare quest’ultima viene eseguita dal proctologo, il medico chirurgo che si occupa della prevenzione, diagnosi e cura di tutti i disordini e disturbi legati all’apparato colon-rettale. La colonscopia si attesta come esame fondamentale per identificare la Malattia di Crohn in quanto permette al medico di valutare in diretta lo stato della mucosa intestinale. Inoltre la possibilità di prelevare piccoli campioni di tessuto (biopsia) consente di compiere analisi di laboratorio dettagliate.
Le terapie mediche e la qualità di vita
Attualmente non esistono cure definitive per questa patologia. Le terapie disponibili per combattere la Malattia di Crohn hanno come obiettivo comune quello di ridurre l’infiammazione intestinale e indurre una remissione dei sintomi al fine di stabilizzare le condizioni del malato. Tra le classi di farmaci più utilizzati si trovano gli immunosoppressori per ridurre l’attività del sistema immunitario. Esistono inoltre antibiotici intestinali, anticorpi monoclonali, farmaci sperimentali e infine la chirurgia. Grazie ai nuovi farmaci il ricorso a quest’ultima è sensibilmente sceso, resta però un approccio fondamentale in presenza di complicanze gravi e irreversibili.
I farmaci presenti in commercio e i nuovi studi scientifici hanno come obiettivo quello di avere un effetto globale sulla qualità di vita della persona considerandola nel suo insieme, in quanto la Malattia di Crohn esercita un notevole impatto sulla qualità di vita della persona risultando a tutti gli effetti una patologia invalidante. I dolori, le terapie, le riacutizzazioni, incidono fortemente sulla socialità, sui rapporti interpersonali e sulla vita lavorativa del paziente. Conoscere la malattia consente di riconoscere precocemente i sintomi, arrivare a una corretta diagnosi e trovare la terapia di supporto più adatta al fine di poter vivere una vita gratificante e produttiva.
I contenuti di questa pagina sono esclusivamente ad uso informativo e in nessun caso devono sostituire il parere, la diagnosi o il trattamento prescritti dal proprio medico curante. La risposta allo stesso trattamento può variare da un paziente all’altro. Consultatevi sempre con il Vostro medico su qualunque informazione relativa a diagnosi e trattamenti ed attenetevi scrupolosamente alle sue indicazioni.